In molte realtà, per tenere sotto controllo la concentrazione del cloro combinato (sottoprodotto della disinfezione con cloro), si procede tradizionalmente a massicci ricambi d’acqua giornalieri, accompagnati da periodiche iperclorazion
Da alcuni anni, principalmente in Europa e in alcuni impianti natatori Italiani, si sta diffondendo una tecnica differente, ovvero l’inserimento di sistemi di disinfezione che sfruttano la radiazione ultravioletta.
Questi impianti, comunemente usati per la disinfezione delle acque destinate al consumo umano, se dotati di lampade a media pressione (che garantiscono emissione multifrequenza), sono in grado di demolire le clorammine attraverso l’azione fotochimica.
Infatti l’installazione del reattore UV nella filiera di trattamento permette di ridurre il cloro combinato di oltre il 50%, ne consegue il risparmio da parte del gestore d’impianto sia sul ricambio d’acqua giornaliero (svariati metri cubi di acqua da non riscaldare) che sull’uso di prodotti chimici per le iperclorazioni.
Di seguito riportiamo i risultati oggettivi che ci ha fornito il gestore di un impianto natatorio del nord Italia.
600 m3
210 m3/h
35 (*)
> 60%
20 m3/gg
520 m3/mese
1 ogni 7 gg 1 ogni 90 gg
A questi risultati si aggiunge il miglioramento qualitativo dell’impianto natatorio sia perché il cloro combinato è principale causa di bruciore agli occhi e del pungente odore delle vasche sia perché l’UV garantisce la totale disinfezione dell’acqua immessa in vasca.